Confluenze Quindici, la poesia d’amore di Alessia Guarraci – Il Foglio Letterario Edizioni.

Euro 10,00 – Pagine 100

Parla ancora d’amore la poesia di Alessia Guarraci, dopo il riuscito esordio con Silenzi al quadrato, settanta poesie dedicate alla madre scritte sulle note soffuse di un amore familiare, divino e terreno. Confluenze Quindici è amore per la vita, che è la festa più bella, /per essa viviamo / per essa ci amiamo, e si resta sempre fedeli all’amore anche nei periodi tristi, quando muta forma, pure nei momenti difficili. Se vorrai / propongo di amarti / in uno schianto di sguardi, dice la poetessa con suggestiva metafora, aprendosi all’amore, dimenticando pensieri dolenti che fanno soffrire. Amore che da lontano diventa mancanza, quando i pensieri vomitano / sospiri di ferro / ad ogni cornetta alzata ed è il momento di scrivere, non tanto dell’oggetto d’amore, ma di un sorriso venduto / in una soap opera di paese. L’ascensore dell’amore capita che si fermi e festeggi, di tanto in tanto un vento caldo circonda volti affamati di carezze, giorni bruciati dal sole rovente di un’estate siciliana, quando il paradiso e l’inferno si baciano. Poesia che cerca ispirazione nella natura, in una strada arsa dal sole, in un olmo che consuma ricordi, nella polvere di corteccia che riposa in un cuore gelido. Amore per Dio, per un Natale diverso, non consumistico, senza obblighi, condito di rispetto, profumato di libertà, lontano dalla solitudine d’una pandemia disperata. L’occasione, / indossa jeans strappati, e noi non dobbiamo perderla, va colta al volo come unica soluzione, vivere un amore inatteso, che manda in tilt con erotismo impetuoso, tra languidi baci e intrepide carezze. La poesia di Alessia è un intonaco in revival che cerca l’amore, annega i sensi, sorride alle pozzanghere, preferisce la periferia alla routine.

Poesia che diventa civile, abbandonando i territori conosciuti, le strade di mare della sua terra, frequenta territori complessi, prova amore per un popolo disperato, dove cadono bombe da un cielo in fiamme, perché siamo tutti prigionieri a Kiev, ma chiediamo un sorriso dove la guerra bastona i ricordi. Amore per i propri simili, per la madre, per un luogo, per un ragazzo, confluenza di pensieri e parole verso il bene comune, pensando alla propria felicità, a un mare che significa ritorno alle radici, ai propri cari, tra le braccia di un uomo, di un Dio, con un sorriso che perdona e soccorre, in piena sintonia con il prossimo. Una lettura intensa e coinvolgente, musicale e nostalgica, che ti lascia addosso la sensazione espressa in una lirica che non saremo esenti dal dolore / ma piacevolmente / vivremo il mistero

Alessia Guarraci