“Dante aveva la barba ?” la presentazione, piena di colori, del libro di Roberto Mosi “Dante ogni sera ritorna a casa” organizzata da “Sguardo e Sogno” Ed. il Foglio Letterario

Sabato 20 novembre l’Associazione “Sguardo e Sogno” ha promosso la presentazione del libro di Roberto Mosi, “Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta”, Edizioni Il Foglio, in una serata piena di colori e di suggestioni, presso il Circolo Ricreativo Culturale “Faliero Pucci” di Ponte a Mensola. Ponte a Mensola è vicino alla Villa di Poggio Gherardo dove Giovanni Boccaccio immagina che si riunisca la brigata di giovani che lasciano la città afflitta dalla peste. Nel libro, dunque, sette passeggiate di un gruppo di amici per le strade di Firenze per riscoprire insieme a pagine emozionanti di poesia, i luoghi che videro Dante crescere come uomo, affermarsi come politico e poeta, fino alla condanna all’esilio. Si percorrono strade dall’antico selciato, a fianco di antiche chiese, case torri che si innalzano ancora nel paesaggio dall’impronta medievale, luoghi carichi di memorie. Per il gruppo di amici sono momenti di serenità, che sollevano, nei tempi della pandemia, dall’atmosfera da incubo che pervade la vita quotidiana.

Si riscopre la città del Medioevo, dell’epoca violenta e straordinariamente ricca di Dante: le voci degli amici, nei commenti, nella lettura corale della poesia, si alzano in alto per le strade strette, in alcuni tratti, cupe, seguendo la musica delle terzine della Divina scandito da oltre trenta lapidi con incise nel marmo parole emozionanti del viaggio del poeta nell’Oltretomba. Le lapidi furono poste dal Comune di Firenze, in varie parti del centro cittadino, agli inizi del Novecento. Il percorso parte dalla Casa di Dante con i versi” Io fui nato e cresciuto/ sovra ‘l bel fiume d’Arno alla gran villa. Inferno XXIII, 94-95 e termina al bel San Giovanni con riferimento ai primi versi del Canto XXV Paradiso, alla speranza di Dante, exul immeritus, di tornare al bello ovile e per una pubblica incoronazione a Firenze. E noi a distanza di tanti secoli dalla sua scomparsa, viviamo di questa speranza, siamo certi che ogni sera Dante ritorna a casa. Le sette passeggiate si articolano nei giorni: 1. domenica 8 novembre, Le origini; 2. 15 novembre, La borsa degli usurai; 3. 22 novembre. Corso Donati, il nemico; 4. 29 novembre, La scelta: Buondelmonte; 5. 6 dicembre, L’incontro con Beatrice; 6. 13 dicembre, Il vicolo dello Scandalo; 7. 20 dicembre: “ritornerò poeta …”.

Nell’incontro del recente 20 novembre, l’autore ha fatto come da guida alla scoperta delle sette passeggiate nei luoghi danteschi contraddistinti dalle lapidi di marmo con i versi della Commedia che fece apporre il Comune nelle strade fiorentine e i tre poeti presenti all’incontro – Masimiliano Bardotti, Annalisa Ciampalini e Gregorio Iacopini – hanno letto le corrispondenti parti delle Cantiche. Il pittore Enrico Guerrini ha disegnato, all’impronta, i personaggi delle scene dantesche, da Brunetto Latini a Farinata degli Uberti, a Beatrice, Buondelmente, Paolo e Francesca, Corso Donati, …. L’intera sala del Circolo Ricreativo Culturale “Faliero Pucci”  – con la parete di fondo, coperta al centro dal sipario rosso di un piccolo palcoscenico teatrale – è stata coperta dai disegni coloratissimi di Enrico, con tratti di segno di grande potenza e incisività. Renato Simoni, cantore in ottava rima, ha presentato, con successo, fra la meraviglia dei presenti, un testo da lui preparato ispirato  ai sonetti della tenzone fra Dante e Forese Donati. Nel video un brano del “contrasto in ottava rima” (indirizzo: https://poesia3002.blogspot.com/2021/11/il-contrasto-in-ottava-rima-di-renato.html )

Composizione di Renato Simoni dopo la lettura dei sonetti della tenzone poetica fra Dante e Forese Donati” “Mosi e Dante” (contrasto in Ottava Rima) Mosi /

Sono i’ Mosi poeta fiorentino, son stato dirigente alla Regione, della cultura percorro il cammino, di poetare colgo ogni occasione. Omaggio porgo al mio concittadino, col mio libello e grande devozione, sei ora sette secoli distante venerato, divino aedo Dante. Dante / Voi, popolo gretto e ignorante, mi cacciaste con fredda sicumera, e tu, in modo altero e arrogante, in casa mi rinchiudi ogni sera. D’immobiliarista hai sembiante, ma non è quella la mia casa vera, dentro pavoneggiate come artisti, fòri ciondolan torme di turisti. Mosi / Col tuo severo accento mi rattristi; concittadino son, per te poeta. Tu questa lingua bella mi fornisti ch’a sé l’anim’avvince e mi rallieta. D’ingegno e iniziativa non sprovvisti nel lockdown, ch’ogni incontro vieta, le ore cupe c’hanno rallegrate appresso a te le sette passeggiate. Dante / Brillanti sono state le pensate, non ti manca inver la fantasia; Boccaccio in altro tempo ne ha narrate in simile occasion di pandemia. Allegre sono state le brigate, ma far due passi cosa vo’ che sia per me che nel mio viaggio ho messo il viso su Inferno, Purgatorio e Paradiso. Mosi / M’inchino a te che in modo ben deciso il viaggio hai raccontato in cento canti, ma io non sono stato mica assiso e di libri ne ho già scritti tanti. Di frequente la Musa mi ha sorriso, su molte scene io ne meno vanto. Se gli anni appresso non saranno avari chissà ch’io mi ritrovi tra i tuoi pari. Dante / Tanto gentile e tanto onesto pari, in fede mia m’ispiri tenerezza. Ma questo vezzo io non terrò guari e dirtelo io vo’ in tutta franchezza: passati sono sette centenari, di questo mondo io non ho contezza e non mi stupirei se un giorno sia ch’io trovi la statua tua accanto alla mia.

Un particolare curioso della serata: Gregorio Iacopini si è chiesto, davanti ai disegni di Enrico, se Dante non avesse la barba. Ha ricordato che il Boccaccio nel “Trattatello in laude di Dante”, afferma: “Fu adunque questo nostro poeta di mediocre statura e, poi che alla matura età fu pervenuto, andò alquanto curvetto, e era il suo andare grave e mansueto, d’onestissimi panni sempre vestito in quello abito che era alla sua maturità convenevole. Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso”

In un attimo, il nostro pittore ha disegnato Dante con una spessa barba, fra lo stupore di tutti davanti a questo insolito ritratto, una curiosità che è andata ad arricchire una serata, veramente, piena di emozioni e di colori.