Fonte AltoMolise.net Intervista di Maria Carosella all’autrice di “Origami” Sabatina Napolitano.

Intervista di Maria Carosella all’autrice di “Origami” Sabatina Napolitano.

Il 10 dicembre 2021 è uscito il libro di esordio di Sabatina Napolitano, autrice di sette libri di poesia, poeta e critica conosciuta e affermata. Il libro è stato presentato al Premio Strega 2022 da Renato Besana con la motivazione:

«Questa prima prova narrativa della giovane autrice è ambientata nell’immaginaria città di Itaque, che sembra ruotare attorno a una grande biblioteca. La protagonista, Olga, ne diviene la bibliotecaria e fonda una rivista di letteratura, Origami. Le vicende umane di tutti i personaggi s’intrecciano con quelle della biblioteca e della rivista, quasi che sia la letteratura a preordinare ambizioni, desideri, destini. Il romanzo può esser letto come un apologo sulla centralità della parola scritta. Lo stile è rapido, colloquiale, non privo di accensioni. La vita come un foglio di carta che si può piegare a ripiegare in forme inattese: un origami, appunto.»

Le abbiamo chiesto una prima intervista per conoscerla meglio e farla conoscere ai lettori di altomolise.net.

Ciao Sabatina, innanzitutto presentati ai lettori di altomolise.net.

Grazie Maria per questa intervista. Mi chiamo Sabatina Napolitano, iniziamo dal nome. Mi chiamo Sabatina Napolitano. È un nome non comune Sabatina, dicono derivi da Shabbath che per gli ebrei è il giorno del riposo. Per noi la domenica è il giorno del riposo, per loro il sabato. Nell’antico testamento si fa riferimento allo shabbath, che comunque resta oggi un giorno per cui è vietato fare diverse cose. Non so in realtà perché mi chiamo come un giorno della settimana. L’ho sempre trovato un nome originale, carino, non scontato, brioso. In realtà prendo il nome da mio nonno paterno, Sabatino, che è morto pochi giorni prima che io nascessi, è morto di infarto, era ferroviere. Probabilmente io non mi sarei chiamata Sabatina se avessi potuto scegliere, ma ora ho questo nome e non posso uscire dal mio destino. Non ho mai accarezzato veramente l’idea di uno pseudonimo perché a differenza di quanto il mio nome induca a pensare, non ho passato dei momenti di forte riposo, di stasi, o momenti sabbatici che mi inducessero a riflettere sulla giocosità dell’aspetto della scrittura. Ho cominciato a scrivere per voracità, per creatività, per sfida da giovane su splinder e da lì non ho mai più smesso. Sono una che ha scritto ogni giorno per almeno due ore al giorno tra diari privati e pubblici e non ho mai smesso. Per cui non riesco a concepire come facciano alcune persone a vivere senza la carta, senza la penna, senza il dialogo continuo con nuove creazioni. Ritengo che sia più duro pensare che non tutti sono scrittori rispetto al fatto che non tutti sono lettori. Mi sento di dire che sono nata con una penna in mano, e che forse nel mio cognome erano insiti i weekend passati a scrivere, più che uscire per sballarmi. Anche se c’è stato un periodo in cui mi sono concessa dei piccoli sballi. 

Come è nata la passione per la scrittura?

Non ho mai pensato di fare seriamente la scrittrice ma di fatto ho sempre vissuto come una scrittrice. Non è mai stato un problema digiunare, rinunciare alla palestra, agli amici, alla movida,a gli amori. Mentre è un problema serio per me rinunciare a prendere una penna in mano, o evitare il suono dei tasti del pc. Non riesco a pensare alla mia vita senza quelle ore al giorno che ho dedicato e dedico alla scrittura, anzi sento una tristezza abissale se penso che avrei potuto passare una vita senza scrivere. Ho scritto “Origami” come elaborazione di tutto quello che ho immaginato fosse un primo romanzo. Quindi “Origami” è un romanzo di formazione, psicologico, utopico e rosa. Ma non perché si vanta di rientrare in più generi ma perché è proprio così. È il racconto del destino della protagonista, Olga, una bibliotecaria e giornalista di successo ed è intriso di pagine psicologiche miste all’utopia e al realismo di Itaque. Itaque è un mondo magico così come la biblioteca è un mondo magico. Infine il romanzo è una storia d’amore bellissima che investe l’arco della vita dei personaggi. La protagonista Olga ha un universo psicologico profondo e non resta un personaggio superficiale o banalizzato, estetizzato. Anzi, Olga ha veramente l’odore delle grandi protagoniste. Nasce già per essere una grande protagonista perché porta con sé dei tratti tipici delle storie di successo, parte infatti da una condizione apparentemente sfortunata (orfana, cresce coi nonni bibliotecari) fino a diventare un simbolo profondo per la società di Itaque. Tuttavia resta una donna controversa, piena di dubbi, di spigolosità, di passioni. Pensieri questi che confessa all’amante, Emilio, e all’amica, Rossana. Olga da giovane orfana con un destino di libri, si emancipa diventa simbolo di libertà di pensiero ed espressione, a volte vive come “una dark lady misteriosa e inaccessibile, capace di sensazioni oscure, incapace di relazioni positive”. 

Cosa ti ha ispirato a scrivere questo romanzo? 

In Origami è presente una chiara bibliografia che rimanda alla letteratura delle biblioteche, o meglio dire che rimanda a tutti i libri che parlano di biblioteche o sfiorano capitoli o scene ambientati in delle biblioteche. Borges, Woolf, Atwood, Murakami, Fante, Dick, Calvino, Wallace. Ci sono anche i riferimenti proprio ai libri. In generale è proprio la cultura e la lettura a tessere le vite dei protagonisti e a dare loro personalità e senso. Origami è diviso in sedici capitoli, i titoli sono particolari, hanno spesso a che fare con l’arte. Eppure non si sfiora il problema artistico nonostante io usi l’arte in gran parte di quello che faccio perché ritengo che l’arte abbia una verità sacrale per definizione. Posso dire che i punti che mi hanno ispirata nella stesura di questo progetto sono cinque:

  • L’amore per la letteratura delle biblioteche;
  • L’amore per le biblioteche di tutto il mondo;
  • L’interesse per la vita giornalistica ed editoriale;
  • Il focus su alcune tematiche importanti che mi stanno a cuore (come l’adozione, la sterilità, la depressione, l’eroina, l’amore tra coppie dello stesso sesso, il tumore, etc);
  • Scrivere un romanzo su una storia d’amore.

Si tratta di un romanzo autobiografico?

Origami non è un romanzo scritto in prima persona e non è un romanzo autobiografico. Come si sa in prefazione ho citato Murakami, Atwood, Lahiri e Montale (per ricordare la poesia, in parte). Ma ho parlato anche pubblicamente di Jane Austen e Virginia Woolf. Il punto è che ogni scrittore mette qualcosa di fortemente autobiografico nei suoi libri, solo Nabokov è restio a questa pratica. Ho scritto un romanzo dopo più di tredici anni di scrittura giornaliera, e aspettando un grado di maturità della penna proprio per regalare al lettore ciò che mi stava più a cuore della vita e delle relazioni sociali. Ogni personaggio ha qualcosa di me. Olga è svampita e magica, Marianne è sofferta e trascurata, Jeremy iracondo e spesso vive con una mente sovraffollata di concetti filosofici. Tutta la biblioteca di Itaque rappresenta un ambiente della mia anima che ho regalato ai lettori. E questo è stato possibile per il forte amore che nutro per i libri e per la lettura e in ultimo la letteratura vera. 

Quale è il tuo lettore ideale?

Quando ho scritto Origami ho già scelto un target di pubblico, mi spiego meglio, ho evitato di scrivere un romanzo in prima persona così come molti fanno perché la prima persona attira molto di più il lettore medio. Ho evitato tanti accorgimenti che invece caratterizzeranno i miei prossimi romanzi proprio perché Origami doveva restare così come è una perla. Esordire con Campanotto per me è stato un onore, visto che si parla tanto di strategie per esordire, avendo una storia letteraria proveniente dalla poesia mi sembrava la scelta più coerente esordire con Campanotto. Il libro può essere letto da lettrici e lettori accademici o non, da professoresse e professori accademici o non, così come da giornalisti e giornaliste accademiche e non. Anche se ad essere sincera il libro ha un chiaro stampo accademico, in prima battuta per gli studi sulla teoria del romanzo e in seconda per dare un piacere alla mia guardia, che ha letto per prima il libro e con cui il libro è stato concepito, con amore. Più che sulla banalità per la vendibilità ho scritto un romanzo che piacesse a un accademico, ecco, che viene da un accademico (non dimentichiamoci che tratto la letteratura di Nabokov).

Parlaci un po’ delle altre tue pubblicazioni.

Grazie Maria per questa intervista, di cuore, spero di poter presto avere occasione di parlare con voi e fare qualcosa insieme. Ho scritto diversi libri di poesia, ne ho pronto un altro dal titolo “Be Esse”. Ho pubblicato Corsivo per Gordiano Lupi e ho diversi progetti in cantiere che non mi fanno dormire la notte e per cui prego di avere una maggiore visibilità per entrare nel circuito delle major (questa tra l’altro è una prospettiva normale, di una adeguata carriera letteraria). Non sto mai senza scrivere, questo è chiaro a tutti, perciò vi ringrazio e saluto tutti in Molise, spero di raggiungervi presto.