Fonte: Arte Insieme – Peter Russell. Vita e poesie a cura di Wilma Minotti Cerini

EDIZIONI IL FOGLIO LETTERARIO Collana Poesia/Pagg. 872/ISBN 9788876068546/Euro 30,00

Vi è una grande concordia tra i moltissimi importanti recensori, sia italiani che esteri, nel considerare Peter Russell senza ombra di dubbio, uno dei maggiori poeti inglesi viventi, se non addirittura il principale. Il motivo per cui tale merito non sia ancora universalmente riconosciuto rimane uno dei  misteri più “arcani” di quest’ultimo squarcio di secolo  si chiede il prof. Alex R. Falzon (Università di Siena). Russell è stato chiamato “l’ultimo dei grandi Modernisti” come pure “un poeta appartenente alla più alta tradizione romantica”  avvicinandolo alla poetica di Yeats.  La poesia di Russell, è dunque una specie di platonica anamnesi, di prescienza paradisiaca, grazie alla quale si può arrivare alla comprensione del Tutto e all’Unità che lo sorregge. Russell ha rivolto la sua dedizione più completa, dedicandogli, al di là di ogni razionalismo, scientifismo, al di là di ogni realtà pragmatica, per creare un perfetto atto di contemplazione in cui l’oggetto e il soggetto si identificano. Poetare, per Russell,  equivale a creare un intermondo, che sta tra l’esistere (il mondo delle apparenze) e la luminosa  vita dello spirito (il mondo dell’Idea). Russell ha rivolto la sua dedizione più completa, dedicandogli ogni singolo componimento¸ come disse una volta: “La poesia ha a che fare col respiro. Il respiro è vita, anima, pneuma”. Ha dato vita a straordinari poemi come “Le Elegie di Quintilius” e “Paesaggi Leggendari”. Amico di Ezra Pound considerato il suo maestro per elezione, fautore con Eliot, ed altri eminenti intellettuali,  della sua liberazione dal manicomio di  St. Elizabeth negli Stati Uniti d’America. Considerato tra i più grandi studiosi dell’opera di Dante Alighieri; ha tenuto conferenze di altissimo livello in varie Università. Innumerevoli le recensioni di Stampa sui maggiori quotidiani e riviste italiane ed estere. Cantore del Valdarno e del Pratomagno, che amava smisuratamente, ha vissuto alla Turbina di Piandiscò (AR)  dal 1983  quasi  sino alle  soglie  della  sua morte nel  gennaio del 2003