Fonte: Pagine stracciate “L’osceno non è un fatto esteriore” Marco Ponzi “L’accento sulla A” Edizioni il Foglio Letterario

Con questa frase sospesa su uno sfondo completamente bianco, Marco Ponzi ci invita a Valbridico, sulla soglia di casa di Amalia e Camillo, due persone che vivono, si sposano e mettono al mondo un figlio per l’assurda legge del “Sai, del resto è giusto così”. Felicita nasce in un ambiente dove l’amore è talmente assente che nemmeno le apparenze riescono a prenderne il posto, e dove la speranza che quella piccola creatura possa portare felicità leva le tende quando i due improbabili genitori si rendono conto di una fastidiosa quanto inaccettabile malformazione della bambina. Inaccettabile non certo per lei, bensì soprattutto per la madre, la quale arriva persino a pensare di doversi sbarazzare di quella figlia invalidante – del resto, è molto più importante cosa dice la gente bigotta e ipocrita, perché se Dio ti punisce, chissà quali peccati nascondi…Cos’è, dunque, “L’accento sulla A”? È una disanima acuta e sottile proprio della frase di apertura dell’intero romanzo, un intenso e appassionante spaccato di vita, che nasce con Felicita e muore con quell’accento sulla a, che cade per terra; una piuma agognata troppo a lungo, e che all’improvviso, fulminea, si stacca come una foglia d’autunno, spezzata da tre Parche ghignanti. La Felicita ponziana assaggia ahimè molto presto l’amaro sapore della disillusione, ma gli artigli con i quali s’aggrappa a quella vita spesso negatale la portano a trasformare ogni echèc in opportunità sempre nuove, e a trovare amore proprio in quel mondo di cui tutti – tutti – siamo silenti voyeurs e che, convenzionalmente, critichiamo aspramente. Un romanzo accattivante, che smaschera il finto perbenismo bigotto che ci schiaccia al suolo come una pesante coltre di inutilità. Una lettura non facile, per alcuni aspetti, ma decisamente da #leggere, da gustare, da vivere. Marco PonziIl Foglio Letterario Edizioni