GIUGNO & LETTURE – IL FOGLIO TV

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Il Salotto Letterario questa settimana prevede due appuntamenti:

Mercoledì 9 giugno ore 18.30 Opera completa di Nicolas Guillén, in due volumi commentata da Gordiano Lupi e Dargys Ciberio.

Tutto Nicolás Guillén in due volumi, dal 1922 al 1985. Per la prima volta in Italia. Il primo volume raccoglie l’opera poetica giovanile fino ai componimenti del 1958, le liriche composte prima del trionfo della Rivoluzione Cubana. Il secondo volume comprende le poesie rivoluzionarie e molti inediti. Ordine filologico rispettato, con traduzioni di Gordiano Lupi, secondo l’opera in due volumi, edita da Letras Cubanas – Ediccion del Centenario 1902 – 2002. Nicolás Guillén dopo il trionfo della Rivoluzione e sempre stato chiamato il poeta nazionale e non c’e denominazione più giusta e meritata.Quando Cuba era ancora alla ricerca della sua identità, Guillén denunciava l’ingiustizia sociale, la discriminazione dei neri, la fame, il furto sistematico da parte degli Stati Uniti delle ricchezze nazionali. Possiamo dire che Guillén sia sempre stato il cantore delle necessita degli oppressi e dei poveri. A maggior ragione, dopo il trionfo della Rivoluzione, ha messo al servizio della costruzione di un nuovo stato la sua poesia. Il suo primo libro è del 1922 (non lo pubblicò), Cerebro y corazón, mentre l’anno seguente fonda Lis, una rivista letteraria di breve vita. Nel 1930 pubblica Motivos de son e Ideales de una raza. Soprattutto il primo è un libro importante, perché adotta il son come base musicale e sceglie un linguaggio di facile comprensione, capace di parlare alle persone e di raccontare la vita quotidiana. Si tratta di poesia che molti hanno giustamente definito mulatta, perche si appoggia ai due elementi predominanti della cultura nera: il ritmo e il colore. Le liriche di Guillén nascono dalla guaracha cubana e sono soprattutto parole scritte per canzoni popolari. Si tratta di una vera rivoluzione poetica che vede protagonisti soprattutto i neri avaneri, con il loro linguaggio caratteristico e i loro modi di dire. Volume I: Cerebro y corazon – Otros poemas – Poesie di transizione – Motivos de son – Songoro cosongo – West Indies, ltd – Canti per soldati e suoni per turisti – Spagna – El son entero, Il soldato Miguel Paz – Elegias – Satira politica (12 libri, il primo inedito in vita) –  Volume II: La paloma de vuelo popular – Tengo – Poemas de amor – El gran zoo – Poemas no includo – La rueda dentada – El diario que a diario – Por el mar de las Antillas – Sol de domimgo – In algun sitio de la primavera – Poemas no includos en anterioes edicciones de Obras Completas – Otros poemas rezagados.

Venerdì 11 giugno ore 18 e 30 – Fabio Strinati presenta il suo ultimo volume di poesia Nei cinque sensi e nell’alloro e introduce al pubblico la collana di poesia de Il Foglio letterario (che dirige), le cui ultime uscite sono: Corsivo di Sabatina Napolitano, Silenzi al quadrato di Alessia Guarraci e Izet Sarajli per Sarajevo di Paolo Maria Rocco 

Sabato 12 e domenica 13 – Tutti i nostri libri saranno esposti al Mercato Artigiano in Corso Italia a Piombino, ore 9 – 23 – Occasione unica per sfogliare  il nostro catalogo

Perdiamo qualche minuto ad approfondire il concetto di cultura, forse ne abbiamo bisogno. Pure per uso personale, per chiarirsi le idee. Promuovere la cultura in un piccolo centro (ma anche in una grande città, nei singoli quartieri), non è la stessa cosa che organizzare grandi eventi di richiamo per favorire il turismo. Confondiamo termini e situazioni, perché una cosa sono le attività produttive, utilissime, che un comune deve mettere in piedi per costruire un polo di attrazione importante, altra cosa la cultura diffusa. La cultura, come veniva intesa una volta dalle forze progressiste, passa dai quartieri, dai luoghi di aggregazione, dalle piccole librerie, dagli spettacoli di periferia, dagli incontri sul territorio. La cultura ha bisogno di luoghi dove esprimersi, non può continuare a farlo soltanto su Internet, questi luoghi dobbiamo inventarli, se non ci sono. La cultura ha bisogno di piazze aperte, di arene dove proiettare cinema, palcoscenici dove fare teatro, palchi dove suonare musica, spazi dove presentare libri. La cultura ha bisogno di tanti piccoli eventi sul territorio, non del grande evento di richiamo nazionale. Poco importa se lo spazio culturale è frequentato da poche persone. Resta uno spazio culturale, un luogo dove scambiare idee e dibattere, uno spazio democratico, da gestire in comune, nell’interesse di tutti.