Intervista di Patrice Avella “Prévert, l’amore & Paris” Edizioni Il Foglio Letterario

Jacques Prévert era il poeta dell’amore. I suoi versi romantici ancora oggi sono usati per conquistare il cuore delle fanciulle e da sempre han fatto sognare gli innamorati di tutto il mondo, e non solo. Chissà quante generazioni li hanno riscritti sulle pagine del proprio diario. Le poesie di Prévert, come le canzoni (a centoventidue anni dalla sua nascita alle porte di Parigi), rimangono le più lette e recitate al mondo ancora oggi. Le donne amate dal poeta sono state importanti per la crescita artistica e, l’ultima moglie, è riuscita a convincerlo a pubblicare la prima raccolta di poesie intitolata ‘Paroles’ che ha raccolto un successo straordinario a livello mondiale. Patrice Avella, scrittore francese che vive da sette anni in Italia, ha deciso di onorare il poeta con un libro originale dove ci fa conoscere, oltre alla biografia, le donne amate da Prévert, i quartieri frequentati a Parigi e le Brasseries dove era solito ristorarsi. Avella ci porta dentro alla storia gastronomica dei piatti francesi, nelle poesie e nelle canzoni famose del poeta nonché nelle sceneggiature dei suoi film migliori. Farete una bella passeggiata nel cuore di Paris.

Patrice, perché dopo il successo editoriale del precedente libro “Modigliani, l’amore & Paris”, che ha vinto anche il prestigioso premio “Napoli Cultural Classic 2021”, hai deciso di scrivere un libro su un altro artista come Jacques Prévert? E  di cosa narra questa tua opera?

Prévert, per me, è il compagno dalla mia infanzia. Ho sempre avuto un sogno nel cassetto e cioè fare, un giorno, un libro che parlasse a 360 gradi del mio amico artista geniale perché, veramente, il poeta mi accompagna da tutta la vita: ho iniziato a conoscere le sue poesie quando frequentavo la scuola elementare, nell’adolescenza, invece, mi ispiravo a lui nella scrittura di poesie che regalavo alle fidanzate e, in età adulta, ho iniziato ad apprezzare le sue canzoni e ancor di più ho amato i film dove  Jacques era sceneggiatore. Oggi, attraverso questo libro, sono fiero di presentare in Italia le opere del “mio amico d’infanzia” e di renderli omaggio per tutto ciò che ha fatto indirettamente per me.

Com’è stato recepito il tuo libro in Italia in questi primi mesi di promozione? Qual è stata la reazione del tuo pubblico sul poeta Prévert?

Sono rimasto molto sorpreso di scoprire che qui in Italia, parlando del poeta francese, tante persone avevano studiato a scuola almeno una poesiadi Prévert e conservano un bel ricordo. Io pensavo che nessuno lo conoscesse. E quando ho fatto ascoltare la canzone “Foglie Morte”, tanti musicisti, cantanti o artisti di vari mestieri, mi han detto che era una canzone che amavano tanto,e pure da anni! Il libro è stato sin da subito piacevolmente  apprezzato credo perché, gli italiani, sono curiosi di conoscere i particolari della vita del poeta di Parigi.

Pensi che gli Italiani conoscono bene Jacques Prévert e tutte le sue opere?

Purtroppo no, ma non credo che in questo ci sia differenza con i francesi perché tante persone non conoscono la vita di Jacques Prévert, non conoscono dove ha vissuto, chi ha frequentato. Uno dei suoi più grandi amici ad esempio era l’immenso Picasso,poi conosceva grandi fotografi famosi come Doisneau, conosceva grande artisti di musica come il compositore Kosma, oppure attrice e attori famosi in Francia come Yves Montand, Jean Gabin, Michèle Morgan o Arletty. Poche persone sanno che Prévert è stato uno dei più grandi sceneggiatoridi film storici del cinema francese (come quelli italiani che seguono il neorealismo)e ha collaborato con grandi registi come Jean Renoir e Carné ad esempio nei film “Il ponte delle nebbie” o “Amanti perduti”. E soprattutto, poche persone, anche in Francia, conoscono quale è stata la vera vita sentimentale del poeta e le donne amate da lui.

Che importanza hanno avuto per la sua crescita artistica a teatro, al cinema, nella poesia e nelle canzoni, le donne amate da Prévert?

Le donne amate dal poeta parigino hanno sempre avuto un ruolo fondamentale di muse ispiratrici. In ogni periodo della sua vita, ogni donna ha ispirato e sostenuto l’artista con il proprio amore. La loro presenza nella vita sentimentale, ma soprattutto in quella professionale,è stata essenziale sia per la creazione artistica, che teatrale, che cinematografica, che poetica ma soprattutto per le canzoni. Nel libro rendo omaggio alle sue muse e ricordo tutte quelle donne che hanno rivestito maggiore importanza nella crescita artistica del poeta.

A proposito delle canzoni, ho notato che per questo libro presenti l’autore in una maniera assolutamente originale, e per questo sappi che hai la mia piena ammirazione, perché quindi questo cambiamento? Perché alla presentazione di questo libro ti fai accompagnare da cantanti e musicisti che interpretano le opere scritte da Prévert e del compositore Kosma?

Il mio scopo è quello di far comprendere meglio l’anima creativa e la sensibilità del poeta e credo che ascoltando le sue canzoni lo si possa apprezzare maggiormente, o comunque diversamente. L’obiettivo è anche far comprenderemeglio l’amore che Prévert aveva per la sua città nativa. Come tanti artisti, poeti e cantanti, Prévert ha scritto molto sui quartieri e paesaggi della Ville Lumière dove ha vissuto tanti anni, dalla sua gioventù fino alla pensione, dove poi si trasferìnella Manca. “Esiste una musica a Parigi che si ascolta come quella di una canzone che non finisce mai, nell’ambiente che vi prende l’anima per la vita intera”. Alcune di queste canzoni hanno fatto sognare generazioni d’innamorati di tutto il mondo, soprattutto con la canzone “Autumn leaves” cantata da Sinatra.

Voglio rimanere nel tema delle canzoni, l’altro punto nuovo nel tuo libro, secondo me, è stato trovare l’origine della motivazione che ha spinto il poeta a scriverle. È così?

Dopo un grande lavoro di ricerca e di documentazione svolto per diversi anni, sono riuscito a trovare l’origine di questa motivazione, come l’hai giustamente identificata tu. Tante canzoni sono nate dall’ispirazione delle donne amate, altre invece da incontri con personalità forte di donne e uomini che hanno mostrato particolare coraggio contro la violenza della seconda guerra mondiale in generale ma sopratutto hanno dimostrato coraggio contro l’occupazione dei nazisti a Parigi. Questo tema era un tema molto importante per il sensibile Prévert perché raccontava poi, nelle sue canzoni, la vita sociale operaia degli anni del dopo la guerra e della miseria della gente. Non ha mai fatto politica ma ha sempre sostenuto i movimenti sociali; questo perché Prévert amava la gente.

Patrice, ora voglio spostare l’attenzione su un altro aspetto originale che sviluppi nel tuo libro e che ti rende anche famoso come “GastroNomade”. Quindi, ti chiedo, quanto è importantela cucina parigina per Prévert?

Tantissimo! Prévert amava frequentare tutte le Brasseries del boulevard Saint-Germain  a Parigi. Scriveva tanto in queilocali e proprio lì, come ad esempio al “Café Le Flore” o ai “Deux Magots”,aveva incontrato alcunetra le donne da lui amate. Collaboro da dodici anni con la rivista di Paris ‘LA VOCE –Le magazine degli Italiani in Francia’nella rubrica ‘Storia della gastronomia’, e ho citato infatti, oltre ai quartieri di Parigida visitare se si vuole seguire le abitudini di Prévert, i nomi delle famose Brasseries che frequentava,e ancora esistenti, e i famosi piatti da lui amati e che si possono ancora gustare. Ovviamente ogni piatto ha una antica storia che lo segue come ad esempio le “crêpes Suzette” che nacquero dalla storia amorosa tra lo Chef e una cameriera, o la “Zuppa di cipolle” ispirata dalla zuppa toscana.

Per concludere, Patrice, hai altri progetti letterari nel cassetto?

Per forza, un vero “GastroNomade” non si ferma mai. Con altri due scrittori, stiamo ultimando un libro su Pasolini e ti posso anticipare il titolo: “Pasolini, l’amore e la sua Roma”, penso che riusciremo ad essere pronti con le stampe per il prossimo autunno. Un altro progetto,mi vedrà coinvolto nel 2023 con una grande donna che è sia guida turistica a Parigi ma anche archivista; abbiamo in mente di scrivere un libro a quattro mani che sarà il proseguo dei miei libri di Modigliani e Prévert. Ho già in mente il titolo: “Baudelaire, l’amore & Paris”.