Novità in libreria – Il Foglio Letterario Edizioni

EDIZIONI IL FOGLIO

I SAGG ISU CLAUDIO JONTA CANTAUTORE – a cura di Covergreen – Euro 15 – pag. 198 – ISBN 9788876068829 Un ragazzo degli anni 70 e sullo sfondo una città-fabbrica: Piombino.

Gli amici, la musica, l’università, l’impegno politico, il militare, il matrimonio, la prematura scomparsa e il vuoto che ha lasciato nei tanti che lo hanno conosciuto e riconosciuto come la voce di un tempo di ideali e di passioni. Cantautore, poeta, le carte ed il vino, la cucina e l’amore, la vita e la morte. Meno di trent’anni per abbracciare la vita e per doverla lasciare andare. Claudio Jonta, “cantautore di Piombino” come recita la targa della via cittadina a lui intitolata, una strada che quotidianamente è percorsa da centinaia di persone e che invita a compiere una deviazione – la borgata Cotone – verso il passato di un’identità operaia oramai persa e forse dimenticata. Questo libro è proprio come una strada percorrendo la quale è possibile tornare indietro nel tempo, per guardare avanti. Il tempo di Claudio, il tempo che ha avuto per inventarsi una vita, per viverla, per assaporarla, per lasciare una traccia indelebile nella memoria di molti, è un tempo lungo, anzi lunghissimo e per certi versi indefinito, perché sperso in una memoria sbiadita e distratta (dall’introduzione di Marco Bracci). Mi metto su la giacca / mi dico vado a fare quattro passi / e invece vado a cercare / un po’ di me fra gli altri. / Ma è difficile / rispecchiarsi negli altri …/ (Claudio Jonta)

BIBLIOTECA DI SCIENZE POLITICHE Julien Freund,

L’avventura del politico. Conversazioni con Charles Blanchet, edizione italiana a cura di Carlo Gambescia e Jerónimo Molina, appendice iconografica – Euro 14 – pag. 192 – ISBN 9788876068928In questo libro intervista, Julien Freund, mescolando ricordi personali, spunti filosofici, suggerimenti sociologici, indaga l’avventura del politico. Freund scorge nell’ indebolimento del politico, come sfera dell’agire umano basata sul conflitto, il principale problema del nostro tempo. Un indebolimento che alcuni riconducono al fatto che negli ultimi secoli «gli si è chiesto troppo, portandolo all’estenuazione anche spirituale» e che quindi ora debba «riposare». Una tesi, secondo Freund, «storicamente inadeguata», perché un individuo può riposarsi «se e quando si senta stanco, ma una collettività non obbedisce al ritmo degli individui, perché vive sempre sotto lo sguardo del nemico virtuale o potenziale». Sicché, «abbandonati ai nostri sogni umanitari», di pace perpetua, che indeboliscono il politico, rischiamo «di essere svegliati brutalmente dal sinistro rumore dei suoi stivali». Insomma, come mostrano la storia, la sociologia, e persino la metafisica, il conflitto incombe sempre. Perché è il nemico che ci sceglie come tali, a prescindere dalla nostra benevolenza nei suoi riguardi. Di conseguenza, il conflitto rappresenta il motore dell’avventura del politico. Che fare allora? Si deve tornare al realismo politico e sociologico. Detto altrimenti, va riguadagnata la capacità di giudicare uomini e cose per ciò che sono: gli amici come amici, i nemici come nemici. Insomma, vanno evitati gli eccessi contrari del pacifismo come del bellicismo. Solo così il politico, come sfera della vita sociale, potrà proseguire la sua avventura storica.

NARRATIVA Cacciucco alla livornese di Marcello Saffioti – Euro 15 – pag. 226 – ISBN 9788876068799

Bischerate notturne senza pretese e contorno di schizzi di libeccio. Queste piccole, innocenti bischerate non hanno ovviamente la pretesa di costituire un libro di poesie o di brevi racconti, anche perché chi le ha scritte lo ha fatto solo per puro diletto, come si conviene ad un parvenu della scrittura. Sono state scritte di getto, istintivamente, emozionalmente, in un momento un po’ particolare per tutti noi quando la pandemia da Covid 19 ci costringeva a una forzata reclusione e ad un viaggio retrò nei meandri della nostra memoria. Vuole solo essere un piccolo atto d’amore dovuto a una città (al suo mare, al suo vento) piena di pregi e di difetti, ma unica nel suo genere e che, in nessuna altra parte del mondo, potrà mai essere replicata. Un libro che raccoglie appunti e storie sul cacciucco, il cinque e cinque, gli zeri sotto pesto, la fortezza nuova, l’Armando Picchi, i Quattro Mori, la Lega Navale, la Meloria, i Macchiaioli, il Cisternone, l’inno di Garibaldi, le cee, la Terrazza Mascagni … insomma, tutto quanto fa Livorno! L’angolo del racconto e della poesia (liberamente riproducibile, citando autore efonte.

Sinfonia di settembre di Gordiano Lupi

Mi duole settembre come lama nel costato. E non è quel sapore d’estate morente nell’aria, né il triste sentore di foglie cadenti in arrivo, neppure il ricordo di quel che è stato e non può tornare. È nel dolore che dispensa la vita il mio settembre, nel non vedere vie di fuga né di scampo, nel sapere che perderò i tuoi occhi, nonostante tutto. Gabbiano che ruba cibo a gatti randagi è il mio settembre, ladro di sogni e d’avventure, rigagnolo d’acqua lacustre senza pensieri, riva sconvolta da venti e intemperie. Immagini d’una lenta sinfonia d’autunno, vecchio film di Bergman che scorre al contrario portandoti al punto di partenza. Pessima letteratura è il mio settembre: parole immutabili, cieli cupi grondanti pioggia e vento di scirocco. Mattine autunnali velate di nubi bianche, risvegli con l’Elba e la Corsica davanti, ritagliate in un nitido orizzonte che sembra di toccarlo, restare senza fiato a rimirarle. Scegliere parole per comporre un quadro d’immagini, lunghe staccionate che confinano un indomito mare, recinti per cavalli selvaggi che scalpitano tra onde quiete in attesa di tempeste su cui lanciarsi come antichi guerrieri. Un vecchio libro ingiallito è il mio settembre, malinconia ungherese o gitana, sinfonia di ricordi che non trovano la forza di starsene quieti. Rileggere Cassola, Fausto e Anna, storia d’amore e guerra, di lotta partigiana, tra Cecina e Volterra, passando per Grosseto e San Ginesio. Rivedere Il ferroviere con Pietro Germi nei panni del Marcocci che beve vino e grida Uva! Santa Madonna! mentre la sua vita va in rovina e il suo bambino un giorno dovrà affrontarla da solo, ormai è scritto, e tu lo sai, ché nella vita i figli prendono il posto dei padri. Sapere che quel che cerchi nei libri, nelle immagini, nelle storie del passato è soltanto il te stesso che hai perduto. E che non può tornare. Malinconia di ricordi è il mio settembre, sotto questo cielo terso che confonde grida di gabbiani affamati e sogni che con fatica sopravvivono alla notte.

ENTRA PIANO di Claudio Jonta

Entra piano un po’ di luce qui da meda lontano la vecchia fabbrica richiama chi maledice un nuovo giorno di lavoro. Io sto aspettando che la primavera entri in te già da tempo sto risolvendo i tuoi perché ma non basta far l’amore per lottare. Giù lontano con l’acciaio nella mente quella gente si rassegna al tramonto di una vita ormai corrosa dall’impianto. Quell’impianto che non ha sangue nelle vene non si ubriaca e non sorride mai al giorno ma incatena bulloni dalle membra stanche. Rinunciando ad un domani programmato a quel foglio appeso al muro dell’ingresso senza prezzo guadagnato dai robot. Mantenuti da quelle mani consumate che han servito chi ci ha voluti inquadrare in un mondo corrotto dal nuovo capitale. Rinunciando vedi per me questo vuol dire primavera che nascerà nei nostri figli dai rottami di chi ha vissuto questo tempo rinunciando.

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