Passeggiata dell’associazione Auser di Firenze nel Medio Evo di Dante

Sabato 23 aprile è stata una bella occasione per incontrare l’Auser di Firenze e fare una bella passeggiata nel centro della città, guidata da Roberto Mosi, autore del libro “Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta”, edizione Il Foglio. 

L’appuntamento con un nutrito gruppo di soci e con il presidente, Giovanni Dell’Olmo, è stato in via Santa Margherita davanti al Circolo della Casa di Dante. Il percorso si è snodato nel quartiere detto una volta “Sestiere di San Pier Maggiore dove Dante crebbe come uomo, incontrò Beatrice, mise su famiglia, si affermò come politico come poeta, fino alla condanna all’esilio nel 1302. Ancora evidente l’origine medievale del quartiere, con le strade strette fra Case Torri, le mura delle case di pietra con i fori delle assi pontaie e piccole aperture per le finestre, una rete di vicoli e piccoli slarghi con rari raggi di sole. Fra le varie tappe, l’edificio dove il poeta venne alla luce e trascorse la sua vita (… I’ fu nato e cresciuto/ sovra ‘l bel fiume d’Arno alla gran villa – Inf. XXIII), nel periodo fiorentino, la Badia Fiorentina e la memoria di Ugo il Grande di Toscana con l’alto campanile dal quale le campane suonavano (e suonano, ancor oggi) le ore per i fiorentini ( Fiorenza dentro de la cerchia antica / ond’ella toglie ancora e terza e nona,/ si stava in pace sobria e pudica – Par. XV), la chiesa e la casa di Beatrice, nel Palazzo Portinari, il complesso delle torri, delle case e dei cortili, da una parte, della famiglia dei Donati, a capo dei Neri, e dall’altra, contigue, le proprietà della famiglia dei Cerchi, a capo della fazione dei Bianchi. 

Ci è stato possibile, in via eccezionale, visitare lo strettissimo e tortuoso vicolo – che il popolo chiamò “dello scandalo” – fatto costruire dal Comune per tenere divise le due fazioni nemiche. Ed ancora, la lapide dedicata nel cortile di Palazzo Vecchio a Farinata degli Uberti e al suo amore per la sua città (Ma fu’ io solo, là dove sofferto/ fu per ciascun di torre via Fiorenza,/ colui che la difesi a viso aperto – Inf. X), piazza del Pesce, ai piedi del Ponte Vecchio, dove fu trucidato nel 1216 il giovane cavaliere Buondelmonte che non aveva mantenuto la promessa di sposare una giovane della famiglia degli Amidei, evento che diviene il germe di una contesa civile, fino alla formazione delle fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini ( o Buondelmonte, quanto mal fuggisti/ le nozze sue per altrui conforti!/ Molti sarebber lieti, che son tristi,/ se Dio t’avesse conceduto ad Ema/ la prima volta ch’a città venisti. – Par. XVI). Il punto d’arrivo di questo percorso è, naturalmente, a piazza San Giovanni, presso la sede della Misericordia dove è posta la lapide con l preghiera di San Bernardo alla Madonna (Vergine madre, figlia del tuo figlio/ umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio – Par. XXXIII), e al Battistero,presso la Porta del Paradiso, di fronte al  Campanile di Giotto, dove si trova la lapide con i versi che esprimono la speranza di Dante esule per una pubblica incoronazione a Firenze, nel Battistero di San Giovanni e per il riconoscimento del suo valore di “vate” (Par. XXV):

Se mai continga che ‘l poema sacro

         al quale ha posto mano e cielo e terra,

         sì che m’ha fat per molti anni macro,

vinca la crudeltà che fuor mi serra

         del bello ovile ov’io dormì agnello,

         nemico ai lupi che li danno guerra:

con altra voce omai, con altro vello

         ritornerò poeta, e in sul fonte

        del mio battesimo prenderò ‘l cappello;

Da parte nostra l’iniziativa è stata una bella occasione per mostrare alcuni dei luoghi danteschi secondo la visione che propone il libro “Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta.”, Il Foglio; luoghi che più volte abbiamo ripreso in occasione del settimo centenario della morte del sommo poeta. L’incontro è stata anche una occasione per riprendere il contatto con l’associazione Auser impegnata nel campo del volontariato, con la quale anni orsono avevo collaborato per l’attuazione di progetti significativi nel campo della cultura e dell’educazione permanente, in particolare. Uno dei progetti, “La Città che apprende”, era rivolto a valorizzare le diverse risorse culturali ed educative per coinvolgere le persone di ogni età in processi di aggiornamento delle conoscenze e di sviluppo di consapevolezze critiche. Nell’ambito del progetto “La Città che apprende” erano previsti periodicamente incontri nazionali per la presentazione e il confronto delle esperienze realizzate in tutto il Paese e per programmare nuovi obiettivi.