Piombino scrive. Andrea Fanetti in Biblioteca Civica Falesiana, il 15 Novembre. Presenta P. Lessi.

La storia di Emilio Fanetti l’ho immaginata dai racconti che di lui mi faceva mio nonno ed è compresa in anni durante i quali accadde di tutto: la nascita dell’industria, le guerre, il fascismo, la Resistenza, il lavoro, le lotte operaie, l’Italia liberata; fatti e accadimenti che pur essendo inseriti in un contesto di oltre un secolo fa, risultano ancora incredibilmente attuali. Avere tutto ma non il domani è un romanzo sull’appartenenza politica e sociale e parla di una generazione cresciuta tra fatica e ingiustizie e che nonostante ciò o forse proprio per questo, in certe idee ci credeva in modo puro, vero, persino ingenuo perseguendo il socialismo (ma poteva essere qualsiasi altra fede politica) quasi fosse una missione da compiere. Tanta di quella gente non riuscì a raccogliere i frutti di ciò che aveva seminato, rimasero le speranze e le utopie e il romanzo, non a caso, inizia e finisce parlando di sogni. Per contro, oggi succede troppo spesso che voltiamo le spalle alla memoria, consideriamo l’appartenenza a un ideale come qualcosa di vecchio, mentre invece è qualcosa di noi. Anzi, è Noi.