Zoé Milagros Valdés Martínez in finale al Premio Internazionale Camaiore con Anatomia dello sguardo.Traduzione di Gordiano Lupi. Edizioni

José Martì

Sin dalle prime pagine, la scrittrice e attivista cubana spiega che era ancora una ragazzina quando ricevette il bacio poetico da uno dei più grandi poeti cubani, nonché simbolo politico di una Cuba che ha sempre lottato: José Martì. Non solo, Martì la fece appassionare alla poesia, ma riuscì a renderla libera, dal punto di vista intellettuale, dunque mentale. Martì, le insegnò che la libertà di poter esprimere la propria opinione è sacrosanta e che la dittatura è un abominio dell’umanità. E proprio la libertà  intellettuale, culturale e fisica risulta il tema principale della raccolta, insieme a quella visione dell’amore di cui si era nutrito anche Jose Martì. L’unico biglietto per quella libertà tanto agognata da Zoé durante il regime di Castro fu proprio la scrittura, perché quando la voce taceva, parlavano quelle lettere impresse su carta.

La spada di Martì è la sua penna, un’arma che probabilmente contribuirà alla causa più di molte spade.

E proprio la poesia di Martì concepisce l’amore allo stesso modo della lotta politica. Attraverso le parole di Octavio Paz, l’amore per Martì è la doppia fiamma, quella carnale e quella spirituale. L’unica forma di religione definitiva per Martì è la libertà, l’unica che abbellisce il presente, rischiara il futuro con la sua luce e spiega l’esistenza del nostro Universo. Zoé Valdés scrive su José Martì:

Scrisse il grande poeta cubano José Martì che l’uomo vive per darsi. E in quella umana consegna infinita, il tesoro che più risalta, senza alcun dubbio, è quello del suo pensiero, il coraggio di poterlo esprimere e di scambiare liberamente le proprie idee con gli altri.

I temi

Il tema politico è un tema ricorrente lungo l’Anatomia dello sguardo, espresso talvolta con un sentimento di rabbia profonda nei confronti del dittatore, talvolta con un senso di rimprovero e al contempo di immedesimazione nel cuore di altri popoli (come nella poesia intitolata Israele) o nel cuore di coloro che furono incarcerati dal regime a Cuba. Altri temi ricorrenti sono quello dell’esilio, che è penosopiù che un castigo ed è la morte, e che la riporta nei meandri dei ricordi dell’infanzia. E poi il tema della famiglia, strettamente legato alle origini e a quelle persone che la poetessa ha perso come i suoi genitori; il tema dell’infanzia legato al ricordo e al sogno, e alla parola “parco” che simboleggia un luogo caro, un porto sicuro che non è più presente nella vita dell’autrice.

Sono estremamente belle le metafore e le analogie per spiegare il legame familiare e il legame con il proprio paese, come quelle utilizzate nella poesia Assenze. Tuttavia, se il ricordo dell’infanzia e delle assenze subite conducono l’autrice verso una dimensione di tristezza profonda, non mancano i momenti di forza, di coraggio, di una speranza che si traduce nello stesso amore che celebrò Martì:

[…] Ma in questo momento vivere è Protestare.

La vita è poesia

La vita è poesia perché tocca la totalità del mondo, esattamente come per José Martì e Octavio Paz. E nel contesto di un esilio perenne con il ricordo di un passato perduto, che è possibile ritrovare soltanto in sogno, Zoé Valdés cita altri luoghi, come Parigi e il New Jersey, altre strade e cita malinconicamente anche Kavafis, e poi ancora altri grandi poeti cubani come Gertrudis Gòmez De Avellaneda, immergendosi totalmente in quella realtà-sogno della poesia. In Lei forse non risiede il rimpianto, ma soltanto la consapevolezza di un tempo passato che mai più tornerà e di luoghi che mai più potranno essere rivisti, con un’immensa amarezza addolcita dai pezzetti di zucchero della nonna affinché:

non perdessi la vitalità e lo slancio,

e perché non mi colmassi d’amarezza.

Nella raccolta, vi sono delle parti in cui l’autrice esplica il proprio amore per la poesia attraverso la lettura e la storia di Juana Borrero, approfondendo il rapporto amore-amicizia. E poi ancora una parte riguarda la prima poesia pubblicata da Zoé Valdés che le servì per placare la sua fame ( e la sua fame di poetessa):

A questo mi servì la mia prima poesia, per placare la fame a me e al mio fidanzato, perché, è certo, i venti pesos se ne andarono via ordinando una doppia razione. In questo modo Turbamenti mise in sesto il mio stomaco e la mia vita.

Un viaggio verso l’Io

La poetica di Zoé Valdès, in questa raccolta, consiste nell’intraprendere un viaggio sentimentale e un viaggio onirico all’interno del proprio Io, senza perdere di vista la realtà attuale in cui l’autrice vive e senza smettere di lottare per quella libertà che celebrarono gli eroi nazionali cubani, che risuonano in Lei più vivi che mai.