Ufficio stampa AUTUNNO LIBRI DEL FOGLIO LETTERARIO Venerdì 22 ottobre ore 18 UNITRE PIOMBINO

Pablo Gorini presenta Maria Gestri – Infinito inseguire (poesie) Lucilla Lazzarini – Frettoloso garrire (poesie). Presente l’editore Gordiano Lupi e Dargys Ciberio

Maria Gestri – Utilizzando un aggettivo che, in questi tempi, è di stretta attualità, Maria Gestri dovrebbe essere a buon diritto inserita nella categoria dei “resilienti”.  Sono le parole con cui inizia la prefazione di Pablo Gorini a questo libro di poesie, “scritto e assemblato” in tempo di pandemia, dove l’autrice, lungi dal rassegnarsi, ha cercato stimoli per giungere ad una maggiore conoscenza di se stessa e del mondo. Maria Gestri non è una “professionista” della poesia, ma non è neppure una neofita; ha cominciato a scrivere, in prosa e in versi, fin da giovanissima, arrivando a pubblicare solo adesso, una volta raggiunta la piena maturità anagrafica cui fa da supporto una analoga di tipo stilistico ed emotivo. Suggestivo il titolo della silloge:“Infinito inseguire”, in cui si dipana una concezione esistenziale in cui, spesso, sembra che ad emergere sia soprattutto una sorta di “pessimismo della ragione” che porta a credere che, in un mondo devastato dalle guerre e dove si aggira lo spettro della morte, prevalgano odio, egoismo, paure. Ma, proseguendo la lettura, ci si accorge che il richiamo alla morte è in realtà un inno alla vita, dove c’è spazio per l’amore e per la speranza. In quell’ “Infinito inseguire” è racchiuso il vano e ineluttabile affannarsi dell’essere umano che, per tutta la vita, corre dietro al miraggio di qualcosa cui non riesce a dare neppure un nome. L’uomo di Maria Gestri però “guarda sempre, istintivamente, verso il sole” e non gli sfugge che, pur in presenza di un destino imperscrutabile, non ci sarebbero la luce senza le tenebre e la vita senza la morte.

Lucilla Lazzarini –  “Mi sono imbattuta in un diluvio di versi e ho afferrato quattro parole al volo”.  “La pandemia che, in maniera più o meno avvertibile, ha fatto da specchio ai nostri limiti e alle nostre debolezze, ci ha spinto anche a scavare più a fondo nelle nostre storie di vita e nella nostra anima. L’autrice, che avrebbe potuto insistere sul disagio, sulle frustrazioni, sull’effetto traumatico che il virus ha avuto sulla personalità di molti, abbandonandosi ad una visione totalmente dell’esistenza, dichiara il proprio personale codice per interpretare positivamente anche questa vicenda dell’umanità in cammino e, pur nella consapevolezza che la natura che ci circonda, estranea ai nostri drammi, ha continuato a seguire, indifferente ed inesorabile, i suoi eterni ritmi, pur esortando implicitamente a ridimensionare la nostra arroganza e la nostra illusione a dominare la terra, sottolinea tuttavia l’attenzione e l’Amore del Creato nei confronti dell’uomo. E così, nella lirica che è la “sphraghìs” (il suggello) della raccolta, “Frettoloso garrire”, il ritorno della rondine al solito nido sotto il tetto, diviene segno visibile di speranza e della Vita che va avanti, nonostante tutto. Nella cura estrema per il lessico si coglie e si apprezza la capacità di “distillare” nuovi sensi da parole tanto comuni da apparire logorate dall’uso e, in tal modo, fatte rinascere a nuova vita, e nei versi si respirano emozioni proposte con esemplare chiarezza. Poesie profonde, originali, sapientemente costruite e, non poche, veramente belle e toccanti, con una spontaneità e un’immediatezza che ne accrescono il fascino”. (dalla prefazione di Pablo Gorini)