Un libro sempreverde tra cinema e cucina. G. Lupi P. Avella – Il Foglio Letterario Edizioni.

Publié avec Patrizio Avella et Patrizio Gaspari ( La Voce). La cucina nel cinema. Un’eterna sinergia che diventa disciplina intermezzo sfizioso, custode di rivelazioni, protagonista o comparsa, la cucina ha sempre avuto un ruolo decisivo e definito nelle rappresentazioni cinematografiche, tanto da meritare una disciplina didattica dedicata. Il libro delle EDIZIONI IL FOGLIO è pubblicato in due Edizioni sia in italiano che sia in francese.

di GIULIA GEMMA.

Rispetto ai “grandi temi” come l’amore, la morte o l’amicizia, la cucina nel cinema sembra avere un ruolo di secondo piano, ma quanto tempo vi occorre per scovare nei meandri della memoria un film, di una certa rilevanza culturale, in cui non sia presente almeno una scena conviviale? La ragione è tanto semplice da sembrare ovvia e pertanto a volte sottovalutata. Quella che amiamo definire “finzione cinematografica”, che ci piaccia o no, ricama storie fatte di desideri, di aspettative, di passioni e di ricordi verso i quali proiettiamo noi stessi, in una parola il cinema è evocazione, esattamente come il cibo.

Storie di cibo e cinema

Muovendosi agilmente tra fiction e realtà, la cucina rappresenta quello che siamo nel più semplice dei modi, racconta la vita meglio di tante parole e la sua presenza in scena, a volte importante, a volte discreta, garantisce quell’immedesimazione inevitabile che trasforma un film in un buon film.

Ci vorrebbe un’enciclopedia per creare un elenco completo, perciò proviamo a ripercorrere la storia della cucina nel cinema pizzicando alcuni esempi di pellicole in cui il cibo è la chiave di volta che svela il messaggio e dona forma e carattere ai personaggi, partendo da cult internazionali per arrivare alle pietre miliari di casa nostra.

L’apoteosi della cucina nel cinema è raccontata ne Il pranzo di Babette, di Gabriel Axel, in cui la protagonista rende il cibo una forma d’arte grazie alla quale riaffiorano i più bei ricordi di chi siede alla sua tavola.

Il potere taumaturgico del cibo è l’arma segreta di Chocolat, di Lasse Hallström, in cui la preparazione di dolci diventa il perno attorno al quale ruota il turbine di passione che sconvolge la vita degli abitanti di una cittadina francese.

La “ciboterapia” è il filo conduttore di Mangia, prega, ama, di Ryan Murphy, in cui la protagonista riscopre il gusto della vita grazie alla tradizione culinaria di una terra straniera.