Una poesia inedita di Félix Luis Viera, poeta cubano in esilio/traduzione di G. Lupi.

Traduzione di Gordiano Lupi

Ti sto amando sulla soglia della morte.

Ti sto aspettando per morire nel tuo seno come quegli animali che decidono dove vogliono morire.

Non indugiare.

Voglio dirti “amore della mia vita”. Chiederti “non abbandonarmi”.

Ricordo tante strade, viali e treni che abbiamo incrociato, tanti acquazzoni, montagne, boschi che abbiamo amato durante il cammino.

Ho la Morte accanto a me, nell’altra metà del letto. Qui, dove dovresti esserci tu, c’è la Morte.

Alle soglie della Morte voglio proclamare, annunciare sulla pubblica piazza, sulle reti digitali, sui canali televisivi, quanto ti amo.

Voglio contare sulla gloria di pubblicare che ti amo.

Che sono fuggito, che ho navigato per più di 20 anni senza bussola

o avendo come bussola il ritorno alla consistenza della tua carne, al sapore di sale ardente del tuo sesso. E al tuo sorriso, al tuo sorriso. Soprattutto al tuo sorriso.

Vieni. Amami. Diffondi anche tu un grido così romantico; dì che senza me non puoi vivere o che potresti ma sarebbe molto difficile.

Proclama che quando la Morte, tra poco, mi consegnerà il saldo, tra poco, tu continuerai a vivere perché solo così potrai ricordarmi.

Non indugiare, ti sto aspettando da più di 20 anni, tra il fiele e quel petalo di entrambi.

Non abbandonarmi.

Al tuo arrivo, dedicami frasi smielate come queste. Dì che mi ami tra l’acciaio e il pistillo.

Ti sto amando sulla soglia della Morte.

Salvami dall’odio. Dall’odio di

Miami, 6 agosto 2022, sabato