Andrea Fanetti e le sue opere. Edizioni il Foglio Letterario.

I GIGANTI

I Giganti è un racconto sui riscatti e sulle sconfitte, parla di vita e di morte, di libere scelte e di rinunce. Lo sport è il sogno, il lavoro è il dovere. Per Gianni il dovere è rimanere attaccato alle passioni per non uccidere il bambino che ha dentro. Michele invece non può permettersi il lusso di far vivere quel bambino, nella sua vita irrompe il lavoro duro, gli incidenti, la fatica. I giganti sono quei ragazzi altissimi che puoi incontrare in un campo di basket. I giganti sono gli impianti industriali come l’altoforno. I giganti sono quelli che si alzano la mattina presto, fanno un lavoro duro, eppure vanno avanti per guadagnarsi di che vivere anche a rischio della vita stessa. I giganti sono coloro che non smettono di sognare.

L’assassino e il pettirosso

“L’assassino e il pettirosso” è un racconto sulla scoperta di una follia repressa e sull’illusione inconscia, che sia possibile “uccidere il padre” togliendo la vita ad altri esseri umani. All’origine c’è un bambino bistrattato, che da grande si vorrà riscattare con un gesto da “giustiziere”. Ad un certo punto si danno appuntamento complessi di inferiorità e follia, amore e morte, in una vita “normale”dove si vuole guidare il destino attraverso un gioco di quelli che ci regalano a Natale. Il tutto, per uccidere senza un motivo se non la pura soddisfazione di vedere del sangue quando si chiude un’esistenza. La vita è dunque appesa a delle combinazioni come accade quando ci divertiamo nel gioco dell’oca o con una roulette? Siamo brave persone o mostri senza saperlo? In parallelo ci sono le relazioni tra persone, tra genitori e figli che implodono, relazioni che cambiano perché una di queste persone, va in tilt con i protagonisti che si rifugiano spesso nelle loro solitudini. Allora bisogna saper uscire dal proprio mondo e volare via, come può fare un uccellino che scappa da una gabbia, prendere le distanze, andare oltre e osare se si vuol vivere ancora. Talvolta ci si riesce, altre volte no.

Dalla neve al fango

Attraverso piccole storie, si arriva all’approdo finale di una casa propria che sembra la definitiva consacrazione verso le scelte fatte con un tutto narrato dal figlio del protagonista che apre e chiude il racconto ripercorrendo fisicamente i luoghi del padre.

Nuvole passanti. Memorie di una generazione tra Piombino e dintorni

Questo è un romanzo di memorie dal retrogusto amaro. Non c’è una trama vera e propria piuttosto la narrazione dello scorrere di otto affluenti verso il fiume più grande. Nel 1969 alcuni ragazzi partecipano ad una festicciola da ballo come se ne facevano tante allora e da quel momento andranno avanti in un raccontarsi autocritico verso chi voleva cambiare il mondo ed è stato cambiato da lui. Rivivranno le contraddizioni che hanno caratterizzato quegli anni con la consapevolezza di non aver tratto lezione dalla storia o come dice uno di loro, di aver combattuto una Resistenza smettendo di fare il partigiano. Alla fine le loro esistenze si perdono nell’immensità del tempo come fanno nel cielo le nuvole passanti.

La piazza in mezzo al mare

È un viaggio tra una persona che ritrova se stessa e una società in declino. Al protagonista servirà uno shock per capire tante cose e lo farà “viaggiando”, nel bene e nel male, attraverso i personaggi del racconto. Ambientato in una Piombino che sta passando da una forte industrializzazione a un futuro non definito: alle vecchie certezze subentrano le incertezze con i problemi e le difficoltà di una società in continuo mutamento. “La piazza in mezzo al mare” è piazza Bovio, protesa verso il mare come un invito a lasciarsi il passato alle spalle e a guardare oltre, come ha saputo fare il protagonista del racconto.