Fonte Mangialibri – DAGLI APPENNINI AL TIRRENO articolo di Giovanna Taffetani

Gordiano Lupi e Fabio Strinati – poesia – Il Foglio Letterario Edizioni

Una Piombino che non c’è più, ma alla quale tornare con la memoria degli affetti. È la Canzone per Piombino di Gordiano Lupi. “Si torna sempre quel che siamo stati / senza pensarci, affranti, desolati; / si torna in fondo al vicolo fanciullo / dove non c’era niente, solo il mondo, / solo le stelle astruse e battagliere / del tuo ricordo e mille ciminiere / dimenticate, con tua madre accanto, / odor di ciclamino e di verbene, / la scuola, la piazza con i tigli, / e l’altoforno in fondo a quella strada”. Frammenti di vita che passano e come gli anni trasformano la città e il sentire di chi la abita. Il Mar Tirreno presenza costante si contrappone come uno specchio al Mare Adriatico di Fabrizio Strinati. I suoi Canti marchigiani fatti di colline, piante, fiori e mare, fissano il variegato paesaggio di questa regione. “Dolci colline scolpite, / pitturate come giovani torrenti / in un alveo di decoro, / ti proteggono perché hai il cuore / in pace e pianeggiante / tu che sei di questo luogo, / quel raggio fertile di luce / in un’ampolla sonora, / quel tuo volto aureo / ed ammaliante, temperato / che mi aggrada; ogni pensiero / sfuma e s’inibisce / quando sabbiosa spiaggia / mi mostra l’onda dell’amore errante, / io che son di te la preda, / l’anima virtuosa, e nobile creatura”. Dagli Appennini al Tirreno, come recita il sottotitolo, è poesia in forma di racconto tra Piombino e le Marche. Un viaggio di parole, accompagnato dagli essenziali scatti di Riccardo Marchionni per le poesie di Gordiano Lupi e di Massimo Ballanti per quelle di Fabio Strinati. Panorami, vicoli, costruzioni storiche e mare che visivamente esaltano le frasi intime e dense di sentimento dei due autori. Il ritorno alle radici, a quella Piombino che non c’è più, rendono le poesie di Lupi dense di lucida nostalgia. Il mare dei giochi di bambino è l’infanzia spensierata, mentre il fumo acre delle ciminiere, la fatica degli operai, i serrati turni di lavoro, sono lo sguardo dell’adulto su quella società affaticata. Le radici sono il tema del cammino poetico dei due autori. Radici fatte da luoghi, canzoni, ricordi che rimandano ad altri poeti, che spingono a parlare e a scrivere, liberando gli autori dal loro peso, nell’odierna età adulta. Nelle poesie di Fabio Strinati una presenza femminile è presente, senza nome, ma fisicamente palpabile come un amore giovanile. Date e luoghi ben definiti hanno i suoi componimenti: Esanatoglia, Osimo, Treia, Senigallia, Fano. Piante e paesaggi marchigiani risuonano della loro potente e al tempo stesso riservata bellezza, pronta a proteggere ricordi e amori. Questa raccolta è un viaggio tra due mari, un biglietto da visita poetico per due Regioni e magari visitandole con questo libro in mano le guarderemo con occhi diversi.