Gordiano Lupi, de Cuba a la comedia cinematográfica italiana di M. Stefanini/Fonte: LIBROS, nocturnidad y alevosía

Gordiano Lupi ( ), e ha anche tradotto autori come José Martí, Guillermo Cabrera Infante, Félix Luis Viera, Heberto Padilla, Virgilio Piñera, Nicolás Guillén, Zoé Valdés ( https://www.infol.it/lupi/traduzioni.htm ). https://www.infol.it/lupi/biografia.htm ) è un toscano di Piombino, città di 30.000 abitanti che è stato centro siderurgico sin dai tempi degli Etruschi, che è il secondo porto più grande della Toscana dopo Livorno, e che tra il 1399 e il 1815 fu capitale di uno stato indipendente. Nonostante lavori nel settore assicurativo, ha però una grande passione per la letteratura che lo ha portato a diventare non solo un instancabile scrittore e saggista, ma anche editore e organizzatore culturale. Sono 65 i suoi libri su Amazon, che sul suo sito diventano 82 ( https://www.infol.it/lupi/pubblicazioni.htm

Le sue aree di interesse sono essenzialmente tre. Uno è Piombino, la sua storia e la sua gente. Il secondo è il cinema di genere, principalmente ma non solo italiano. In particolare sexy, horror, poliziesco, fantascienza, ma anche commedia italiana nella sua forma più popolare, per non parlare di grandi registi come Federico Fellini e Pupi Avati. La sua terza passione è Cuba. All’inizio del millennio, dopo una crisi esistenziale, fece un lungo soggiorno nell’isola, mosso anche da vaghe simpatie per il regime. Tornò con una donna cubana, una profonda conoscenza dell’isola, e una pessima opinione dei fratelli Castro alimentata ancor di più da due problemi ormai “familiari”: una suocera che viveva all’Avana con una pensione di due dollari , “e se non ti mando cento dollari al mese, Andrei in Plaza de la Catedral a pregare i turisti, come fanno molti”; e un cugino di sua moglie i cui testi pubblicò in Italia sotto il nome fittizio di Alejandro Ruiz Torreguitart  https://amzn.to/3lCNOp3 “perché a Cuba finirei in prigione per reati di opinione e propaganda controrivoluzionaria”. Per alcuni anni è stato anche traduttore e rappresentante in Italia della nota figura di opposizione Yoani Sánchez  https://amzn.to/3LGKaW3

Molti dei suoi libri sul cinema sono usciti in collane che pubblica con le sue edizioni Il Foglio ( https://www.edizioniilfoglio.com/ ). Una di queste serie è La Cineteca di Caino (http://cinetecadicaino.blogspot.com/). E l’ultimo libro pubblicato lì è Il cinema dei fratelli Vanzina ( https://www.lafeltrinelli.it/cinema-dei-fratelli-vanzina-libro-vari/e/9788876068881 ), che ha scritto insieme a Davide Magnisi e Michele Brig . Un volume di 494 pagine che rappresenta la prima guida completa all’opera cinematografica di Carlo ed Enrico Vanzina.

I fratelli Enrico (l) e Carlo Vanzina (d)

Nato a Roma il 26 marzo 1949, Enrico Vanzina ( https://www.youtube.com/results?search_query=%22Enrico+Vanzina%22 ) è uno sceneggiatore, produttore cinematografico, produttore televisivo, scrittore e regista. Nato a Roma il 13 marzo 1951 e morto anche a Roma l’8 luglio 2018, anche suo fratello Carlo Vanzina ( https://www.youtube.com/results?search_query=%22Carlo+Vanzina%22 ) era un regista, produttore cinematografico e sceneggiatore. Suo padre Stefano Vanzina ( https://www.youtube.com/results?search_query=Steno+Stefano+Vanzina), è nato ad Arona in Piemonte il 19 gennaio 1917, e morto a Roma il 13 marzo 1988, è stato anche regista, sceneggiatore e fumettista. Tuttavia, noto al grande pubblico con lo pseudonimo di Steno. Figlio di un giornalista che era andato per un po’ a dirigere un quotidiano italiano in Argentina e che aveva conosciuto la moglie sul transatlantico, ha diretto 75 film tra il 1949 e il 1988 e ha collaborato ad altri 71 film del 1938. Le sue commedie erano popolare in Italia e caratterizzato l’intera epoca dagli anni ’50 agli anni ’80. Alcuni degli attori che hanno recitato nei loro film sono stati Totò, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, Bud Spencer e la coppia formata da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Collaborando spesso insieme, dal 1976 i due fratelli lavorano a turno a una serie di film che quasi stanno al passo con i film del padre e i libri di Lupi. Enrico ha firmato 109 film come sceneggiatore, 16 come produttore e 2 come regista. Carlo 60 come regista, più 6 serie tv, e ha collaborato ad altri 16 film.

Come ricorda Lupi, fin dall’infanzia la casa dei fratelli “è stata frequentata da personaggi mitici come Totò, Ugo Tognazzi, Mario Monicelli, Ennio Flaiano, Mario Camerini, Dino Risi, che diventano per lui presenze familiari. Carlo esordisce nel mondo del cinema quando ha solo un anno, interpretando il neonato Filippo in Totò e le donne, diretto dal padre. Si diploma al liceo francese Chateaubriand di Roma, tenta la carriera cinematografica seguendo le orme del padre come assistente alla regia, ma frequenta anche la bottega di Mario Monicelli e Alberto Sordi, imparando l’arte della commedia in tutte le sue sfaccettature.

Carlo Vanzina è assistente alla regia in opere storiche della grande commedia italiana come Brancaleone nelle Crociate, Quella bionda è mia e Mentre c’è la guerra c’è speranza ”.

I fratelli Vanzina, come aveva già fatto il padre, hanno scritturato alcuni attori che hanno fatto la storia della commedia italiana, come Diego Abatantuono, che potrebbe poi diventare attore drammatico in film come l’ Oscar del Mediterraneo del 1991 o Jerry Calà. Ma soprattutto creano o rinnovano alcuni sottogeneri. Uno, ad esempio, tratto dal film Sapore di mare del 1983, è il “cinema termale”, ambientato durante le vacanze al mare. Lo stesso anno di  Vacanze di Natale inaugura l’altro genere che verrà definito “commedia natalizia”, ambientato durante le vacanze di Natale. La caratteristica di questi due film è quella di mettere una serie di personaggi in una situazione di vacanza, occasione di gag comiche. Inoltre, il primo genere colloca la situazione in un passato più o meno corrispondente a una ventina di anni prima, anche se alla fine mostra ai personaggi quello che sono diventati. Si aggiunge, quindi, la componente nostalgica e, di fatto, anche una ricostruzione storica. Anche il secondo tipo di film a distanza presenta una testimonianza su costumi e mentalità.

Ma i Vanzina hanno anche realizzato film polizieschi, tra cui quello con il grande attore Gian Maria Volontè, e generalmente ispirati all’attualità italiana. E film come Yuppies cercano di ritrarre ambienti sociali. E film d’epoca, film sentimentali, remake di classici della commedia italiana, persino esperimenti di fantascienza in stile Ritorno al futuro.

Lupi spiega sempre che “la commedia all’italiana è qualcosa di più specifico della commedia tout court, perché riduce al minimo la distanza tra il comico e il tragico. Un film puramente comico è una farsa, un cinema senza pretese che racconta fatti surreali, cose che nella realtà non possono accadere, con il solo intento di far ridere. La commedia all’italiana ha elementi drammatici in misura superiore alla media delle commedie normali e non è obbligatorio avere un lieto fine. Le incomprensioni sono il sale della commedia all’italiana, situazioni che innescano il meccanismo comico e ne evidenziano le contraddizioni. Nella commedia all’italiana il personaggio di solito commenta i fatti parlando da solo, rivelandosi allo spettatore e diventando il leitmotiv di un discorso sociale. La commedia all’italiana rappresenta la vita ed è figlia del neorealismo perché racconta la società contemporanea ei conflitti individuali. Il protagonista è solo contro tutti e combatte una battaglia che lo vede come un sicuro perdente”.

“La definizione di commedia all’italiana nasce come termine dispregiativo coniato da alti critici, ma ha ancora un significato ben diverso. Le commedie realizzate tra il 1958 e il 1980 da autori come Age, Scarpelli, Monicelli, Risi, Comencini, Germi, Scola e interpretate da attori come Gassman, Tognazzi, Manfredi e Sordi rientrano pienamente nella definizione. I soliti ignoti è il film che fa da spartiacque tra il cosiddetto neorealismo rosa e la commedia all’italiana, che si distingue per una maggiore attenzione alla realtà sociale e per una drammaticità più attuale”. “La commedia italiana ha importanti antecedenti letterari. Possiamo trovare elementi di anticipazione nel teatro greco e latino (Menandro e Plauto), nella commedia dell’arte, nel teatro comico del Rinascimento, nella consueta commedia realistica, nell’opera comica, nella commedia borghese e nella il teatro realistico

Si può aggiungere che la commedia all’italiana, in qualche modo, ha cercato di salvare la lezione di un genere molto amato dalla critica ma non tanto dal pubblico quanto il neorealismo, per renderlo più popolare. La critica si accigliò all’epoca, ma anni dopo riscattò tutto, considerando la commedia all’italiana come arte e documento storico.

Il rischio, però, era che anche la commedia classica italiana potesse ammuffirsi. I Vanzina cercano quindi di rinnovarlo rendendolo ancora più popolare, anche se le tante citazioni cinefile nei loro film rivelano in realtà persone tutt’altro che lowbrow.

In mezzo secolo i critici li hanno generalmente disprezzati, considerandoli troppo popolari e troppo disimpegnati. Pur condividendo alcune critiche alla superficialità politica, Lupi spiega che i suoi film sarebbero effettivamente molto utili a uno storico, per ricostruire mentalità e costumi. Alla fine, in una serie di interviste a persone che hanno lavorato con i Vanzina o li hanno conosciuti, è quella dello storico Marco Gervasoni. “Ribadisco che si tratta di opere nazional-popolari, in senso Gramsciano, e lo dico in tono ampiamente positivo, e non di film trattati o impegnati”, dice, “penso che nessuno storico dell’Italia di quel periodo possa astenersi dal prendere in considerazione la produzione dei Vanzina, soprattutto nella prima metà degli anni Ottanta”.

Gordiano Lupi