Federica Marchetti. Edizioni il Foglio Letterario.

Cento anni fa a soli 51 anni moriva Marcel Proust. Su di lui è stato scritto tutto: la sua opera è stata dissezionata, la sua biografia rivelata, la sua lezione divulgata. Le intermittenze del cuore, la memoria involontaria, la petite madeleine, l’incipit più bello della letteratura, le fanciulle in fiore, il bacio della buonanotte, l’insonnia, le crisi di asma, i sogni ma anche le case abitate, i salotti. E soprattutto la vocazione letteraria che pervade tutta la sua opera. A tutt’oggi egli è considerato il più grande autore francese di tutti i tempi e Alla ricerca del tempo perduto un monumento della letteratura entrato nel Guinness dei Primati per la sua lunghezza: 9.609.000 caratteri, scritti in 3724 pagine (secondo gli esperti per leggerla occorrono minimo 3 mesi). Proust fu un depresso, un indeciso, la vittima di se stesso. Proust e il Narratore coincidono? A tutt’oggi è un dilemma. Indubbiamente il Narratore è il portavoce di Proust e la Recherche è una sorta di autobiografia dinamica.