FONTE: I LIBRI DI MOMPRACEM Quando lo sport è anche identitario per una comunità, nel libro del giornalista Paolo Ceccarelli

DI MAURO BONCIANI

I fumi erano compagni di vita, erano il nostro pane. Erano i fumi delle acciaierie che ci permettevano ogni tanto di compraci un paio di scarpe, o il gelato quello buono la domenica, o di andare al mare, o di mangiare tortelli..,

Nelle parole di Aldo Agroppi, piombinese doc, ex calciatore arrivato al Torino ed ex allenatore, c’è tutta la realtà della città-fabbrica, di Piombino legata indissolubilmente all’acciaio, già alla fine dell’Ottocento, di vite dure scandite dall’obiettivo di riscattare fame e povertà. Anche attraverso lo sport, come racconta Sempre Avanti. Cento anni di calcio, acciaio e politica a Piombino di Paolo Ceccarelli (Edizioni Il Foglio), cavalcata nell’epica del pallone e dell’orgoglio cittadino — «quando le altre città e paesi avevano al massimo il campo sportivo, noi a Piombino abbiamo sempre avuto lo stadio», spiega nella prefazione Stefano Tamburini, direttore de Il Tirreno — di sogni che univano operai e padroni: “Gli operai non hanno smesso di andare a vedere i nerazzurri neanche quando il proprietario del club li licenziava…” ricorda Ceccarelli.

«Sempre Avanti» è il club di calcio fondato nel 1921, giusto cento anni fa, con il nome nato dalla antica militanza socialista di tanti piombinesi e sopportato malvolentieri nel ventennio fascista, ed è l’Ilva, oggi alle cronache per i disastri ambientali e i problemi occupazionali a Taranto, che donò il terreno, accanto al suo stabilimento, per realizzare il primo stadio, e più tardi è la Magona che dà forza al club e nome al nuovo stadio, sempre affollato dai caldissimi tifosi.

Acciaio, politica e calcio appunto, per decenni, con i colori nerazzurri seguiti passo passo dal primo al secondo dopoguerra, agli anni Cinquanta ed al boom delle fabbriche, fino al declino iniziato negli anni ’80 e alle nuove speranze, in un mondo ormai cambiato quasi del tutto, sia sui campi di calcio che fuori, con la città che vuole diventare meta del turismo e per la prima volta è governata dal centro destra.

Il libro è un saggio appassionato sull’identità di una comunità, dove il sogno della serie A inseguito nel 1951 — ben 70 anni fa — con la vittoria per 3-1 sulla Roma e poi sfumato, è ancora tramandato di padre in figlio, di bocca in bocca, magari seduti in Corso Italia con la salsedine mescolata al vino. Una storia di sport, Piombino è anche una roccaforte di basket e rugby, di passione con i tifosi irriducibili nonostante i lunghi anni di sofferenza e ridimensionamento, di calcio e industria che continua. Con Massimiliano Spagnesi, presidente del Atletico Piombino, erede della Sempre Avanti, che è titolare della Bertocci, azienda metalmeccanica che è stata ed è legata alla Val di Cornia ed alla siderurgia ed ha pagato anch’essa lo stop della ex Lucchini, passando da 140 a 80 addetti. E che dall’Eccellenza, spiega Spagnesi a Ceccarelli, punta alla serie D.

Di più, complice la crisi, a volte anche feroce come dimostrano le centinaia di licenziamenti via mail  alla Gkn, dell’acciaio e della manifattura in Toscana, per adesso è impossibile.