Fonte: LEGGERE:TUTTI Il cinema rovente di Umberto Lenzi Articolo di Nico Parente

Editore: Il Foglio Pagg. 605 Davide Magnisi, Gordiano Lupi, Matteo Mancini 20 euro

Di certo, la bibliografia su Umberto Lenzi si spreca. Non vi è infatti manuale sul poliziottesco, sul giallo all’italiana, sull’horror, sull’avventuroso o sul bellico che non citi il regista omaggiato da Tarantino, e noto per la sua efferatezza e totale assenza di filtri anche oltre oceano. Eppure, un volume dedicato interamente alla carriera del regista toscano, che ci ha regalato autentici capolavori segnati dalla partecipazione di vere e proprie icone mondiali della settima arte come Tomas Milian, Henry Silva e Carroll Baker per citarne alcuni, ma ovviamente potremmo dar vita a un vero e proprio elenco di star ancora oggi lucenti nel panorama cinematografico e televisivo, mancava. Vi hanno però posto rimedio Davide Magnisi, Gordiano Lupi e Matteo Mancini, firmando a 6 mani “il cinema rovente di Umberto Lenzi”. Opera non facilmente realizzabile, poiché il compianto regista ha affrontato tutti i generi nella sua prolifica carriera, e il volume qui preso in analisi non manca neppure di un titolo al suo interno andando a comporre un saggio di 600 pagine corredato da un interessante apparato iconografico e impreziosito da testimonianze di attori che con lui hanno lavorato, amici e collaboratori, stretti e meno diretti, sino a vere e proprie star del cinema che hanno, negli anni più recenti, contribuito alla rivalutazione delle sue opere. Tra questi, proprio il pupillo di Quentin Tarantino: Eli Roth. Un volume che non può mancare nella libreria di ciascun cinefilo che si rispetti, e che ha visto gli autori lavorare alla sua stesura per diversi anni. Un compendio che analizza, come mai prima d’ora, uno dei più rilevanti e seminali protagonisti del cinema tricolore che ha contribuito a rendere l’Italia la culla di quel cinema di genere, estremo e violento, duro e crudo, che ha fatto scuola persino negli Usa. Prova ne è quanto sopra riportato. Peccato solo per la copertina, che forse poteva rendere più giustizia all’immane fatica degli autori. Da avere! Senza se e senza ma…

Umberto Lenzi ha affrontato tutti i generi nella sua prolifica carriera negli anni d’oro del cinema italiano: dal cappa e spada al peplum, dal western al film di guerra, dal giallo al poliziesco, dall’horror al cannibalico, dirigendo film diventati di culto come Orgasmo, Così dolce… così perversa, Milano rovente, Milano odia: la polizia non può sparare, Napoli violenta, Roma a mano armata, La banda del gobbo.

Il libro analizza tutta la sua filmografia e il cortocircuito della critica, dalle spietate stroncature, a questo cinema di enorme successo popolare, alla rivalutazione operata da Quentin Tarantino, di Lenzi ammiratore. Una parabola ricostruita anche attraverso le voci dei suoi attori (da Lisa Gastoni a Maria Rosaria Omaggio), colleghi e collaboratori (da Sergio Martino a Dario Argento), fino al premio Oscar Bob Murawski e il regista americano Eli Roth.