Sogni e altiforni. Piombino-Trani senza ritorno. Gordiano Lupi/Cristina De Vita. Edizioni Il Foglio Letterario.Candidato al Premio Strega 2019.

La mia generazione è nata con i finti tramonti dell’acciaieria, dispensati a ogni ora del giorno, ben dopo il crepuscolo, persino a notte fonda. Avevamo tutto da vincere e tutto da perdere, non immaginavamo che fosse possibile sbagliare quel che abbiamo sbagliato. Ma gli errori sono la vita, in fondo. E una vita senza errori è l’errore più grande. Abbiamo vissuto convinti che fosse così ovunque, un’infinita varietà di tramonti sui quali sognare a ogni ora del giorno, farsi riscaldare il cuore nei momenti di solitudine, perdersi cullando nenie di dolce abbandono. Il tramonto rosso sul mare e i tramonti della colata continua dell’Acciaieria, quel residuo ferroso maleodorante, ebbro di fascino antico, profumo di lavoro, sudore, lotte operaie, sentore di contestazioni e scioperi, licenziamenti ingiusti, fatica per andare avanti e sognare. Un sole rosso notturno che poteva persino commuovere, incomprensibile per una fredda borghesia vacanziera a caccia di ombrelloni e per il commesso viaggiatore in transito, mentre per noi era un momento fondamentale della vita, uno scadenzario del tempo, un simbolo delle ore che passavano lente.

ALTOFORNO ASSENTE

Non ti conosce la folaga né la tamerice,

né i gabbiani né le formiche di casa tua.

Non ti conosce il bimbo né la sera

perché tu sei morto per sempre.

Non ti conosce la risacca del mare

né la palude grigia dove ti distruggi.

Non ti conosce neppure il tuo ricordo

perché tu sei morto per sempre.

Verrà l’estate con rossi tramonti

fichi e anguria, monti distanti,

nessuno guarderà la tua figura

perché tu sei morto per sempre.

Perché tu sei morto per sempre,

come tutte le cose senza vita,

ammasso di lamiera abbandonata

in un mucchio di rottami spenti.

Nessuno più ti conosce. Ma io ti canto.

Canto per non dimenticare il tuo profilo

la tua imponente e intrepida eleganza.

Il tuo sentore di morte, di abbandono.

La tristezza al posto del sorriso.

Tarderà molto a rinascere, forse mai,

un sogno così puro, così avventuroso.

Canto il suo ricordo con frasi languide,

rimembro improvviso un finto tramonto.

(Ispirata a Anima assente di Federico Garcia Lorca)